martedì 5 luglio 2022

Il dipinto ottocentesco di San Giuseppe e Gesù Bambino


Tra le innumerevoli opere d'arte presenti a Scurcola c'è anche un dipinto ottocentesco di San Giuseppe e Gesù Bambino, un'opera che credo pochi scurcolani conoscano o ricordino. È custodita nella chiesa di Sant'Antonio, all'interno di una cornice ovale di legno dorato che, purtroppo, non è in condizioni ottimali. Si tratta di un dipinto a olio alto 120 centimetri e largo 60 di cui, come spesso accade, non si conosce l'esecutore. Secondo la scheda accolta nel Catalogo generale dei Beni Culturali, il dipinto scurcolano di San Giuseppe e Gesù Bambino, risalente al XIX secolo, "è opera di un ignoto autore, che si è uniformato alla produzione devozionale dell'Italia meridionale del secolo XVIII".

San Giuseppe e Gesù Bambino

Il dipinto, va pur riconosciuto, non è di eccelsa fattura ma, a mio avviso, è comunque piuttosto interessante perché propone una scena sacra non proprio usuale, ossia san Giuseppe che abbraccia il piccolo Gesù. Siamo abituati ad ammirare con molta frequenza, anche nelle chiese di Scurcola, il ritratto della Madonna con il Bambino (a partire dalla statua della Madonna della Vittoria), ma è poco frequente trovare un'opera che ritragga il padre con il figlio, emblema di un legame emotivo che, forse, viene sempre un po' trascurato ma che racchiude il senso della paternità.

Il volto di San Giuseppe

"La dolcezza degli affetti nell'abbraccio di San Giuseppe ha origini antiche ma rare: possiamo rintracciare questo soggetto nella prima metà del XII secolo" spiega la studiosa Serena Simoni [1] che continua scrivendo "L'iconografia di Giuseppe - da solo, mentre tiene fra le braccia il Bambino - diventerà usuale fin dagli esordi del Seicento, assecondando la diffusione del culto sostenuta principalmente da carmelitani riformati e da gesuiti in un contesto artistico di rinnovata attenzione alla realtà degli ambienti e degli affetti".

Il volto di Gesù Bambino e la rosa rossa

La figura di San Giuseppe, nel dipinto custodito a Scurcola, così come in altre opere simili, è rappresentato da un uomo anziano, con barba e capelli grigi, lo sguardo rivolto al cielo, a Dio. Gesù bambino è tra le sue braccia, ha gli occhi impegnati a guardare qualcosa che noi non vediamo mentre tiene una rosa rossa nella manina. Probabilmente la scelta di far sorreggere al piccolissimo Gesù una rosa rossa potrebbe simboleggiare quello che sarà il destino del Bambino: il martirio e quindi il sangue versato sulla Croce per la redenzione degli uomini.



Note:
[1] Serena Simoni, San Giuseppe. Iconografie di un padre fra cura e affetto, in Babbo mio. Nuovi padri, nuove paternità, Ravenna 2009, pp. 22-32.

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Ringrazio Filomena Mastrocesare ed Ernesto Andreoli che mi hanno permesso di visitare la chiesa di Sant'Antonio da Padova di Scurcola Marsicana.

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