A volte succede che, durante la ricerca di notizie in merito a un argomento, mi ritrovi casualmente davanti a qualcosa di diverso ma non meno interessante. Ed è proprio quanto è accaduto in questo caso, mi sono imbattuta, senza volerlo, in due interessanti pubblicazioni del 1903. La prima è la "Relazione dei lavori eseguiti dall'Ufficio nel quadriennio 1899-1902" realizzata a cura dell'Ufficio tecnico per la conservazione dei monumenti di Roma e provincia e delle provincie di Aquila e Chieti; la seconda è rappresentata da un volume intitolato "L'arte" pubblicato da Danesi Editore di Roma. In entrambi questi testi ho rintracciato notizie relative alla prima campagna di scavo effettuata presso i Ruderi dell'Abbazia di Santa Maria della Vittoria nell'anno 1900.
Partirei dal primo testo che, a pagina 285, contiene la relazione dei lavori eseguiti nel "Comune di Scurcola dei Marsi". Ricordo che quando questo testo venne pubblicato, nel 1903, a Scurcola non era stato ancora attribuito il nome di Scurcola Marsicana. Dopo un breve excursus storico legato alla celebre Battaglia del 1268, si legge: "In seguito alla soppressione degli ordini religiosi il R. Demanio vendé all'asta, nel 1888, i beni della Badia di Santa Maria della Vittoria di Scurcola, ma escluse dalla vendita i ruderi dell'antico tempio e del cenobio insieme con l'area su cui sorgono. Quest'esclusione, non susseguita da altro provvedimento, lasciò quegli avanzi nella più completa balia di chi volle andarvi a cavar pietre da costruzione; epperciò, nell'agosto del 1892, i predetti ruderi furono dati in consegna al sig. Pietro di Clemente, proprietario della tenuta di cui prima facevano parte integrale. Venuto in consegnatario a morte nel 1892, il figlio di lui signor Vincenzo Di Clemente, fece reiterate istanze al Ministero per ottenere la rinnovazione della consegna di quei ruderi in surrogazione del defunto genitore".
Nel luglio del 1900, un funzionario dell'Ufficio tecnico per la conservazione dei monumenti di Roma e provincia e delle province di Aquila e Chieti, dopo un sopralluogo, impose a Vincenzo Di Clemente di chiudere il terreno monumentale, di delimitarne i confini, di compiere un rilievo topografico, di compilare una nota con tutti gli oggetti ancora visibili, di vietare l'estrazione delle pietre. Nel mese di ottobre dello stesso anno 1900 furono "eseguiti gli scavi per mettere in luce il piantato del tempio e quindi rilevarne la planimetria esatta fino ad allora completamente ignorata".
Abbazia di Fossanova (prov. Latina) |
Secondo quanto riportato dalla Relazione del 1903, "si rilevò che la chiesa di Santa Maria della Vittoria era a croce latina con tre navi, di stile monastico improntato dal gotico, ma parco d'intagli nelle decorazioni". Gli studiosi rilevarono una notevole somiglianza con l'Abbazia di Fossanova, anch'essa progettata da architetti Cistercensi, "i quali modellavano le loro abazie costantemente sopra un medesimo tipo". Per gli scavi dell'ottobre 1900, secondo quanto riportato in questo documento, vennero spese 250 lire.
Nel secondo testo, "L'Arte", invece, è contenuto un saggio/articolo a cura di Lorenzo Fiocca che riporta anche alcune fotografie [presenti in questo post] dello scavo del 1900. Lo studioso dopo aver ribadito la somiglianza tra l'Abbazia di Fossanova e quella di Scurcola, scrive anche che la chiesa di Santa Lucia, in Magliano, "costruita altresì coi materiali tolti dall'antica abbazia della Vittoria. La porta suddetta e la sovrastante rosa, indubbiamente, fecero parte dell'abbazia cistercense". Fiocca, inoltre, specifica che "la chiesa di Santa Maria della Vittoria, in quanto alla disposizione generale, è un fac simile di quelle di Fossanova e Casamari, in quanto alla decorazione architettonica è un innesto delle chiese napoletane, pugliesi ed abruzzesi e di quelle della scuola di Fossanova".
Facciata della Chiesa di Santa Lucia a Magliano (prima del 1915) |
Per finire, lo studioso, analizzando gli esiti degli scavi del 1900, evidenzia delle "imprecisioni" architettoniche di quella che era la chiesa di Santa Maria della Vittoria. Nello specifico:
1° La linea mediana della nave longitudinale non coincidente col mezzo dell'altare maggiore.
2° Il presbiterio ha una lieve inclinazione a sinistra, seguendo cioè l'allegoria del crocefisso che reclina il campo sulla spalla sinistra.
3° La nave traversa, inclinata su quella longitudinale, ha una lieve deviazione da sud-est a nord-ovest, a somiglianza cioè cella chiesa abbaziale di Chiaravalle milanese.
4° Le braccia della nave trasversa disuguali ed irregolari negli angoli e nei lati.
5° I piloni delle navi longitudinali e trasversa siti a distanze disuguali.
6° Il volto della chiesa volto all'occidente.
Riferimenti bibliografici
- "Relazione dei lavori eseguiti dall'Ufficio nel quadriennio 1899-1902", a cura dell'Ufficio tecnico per la conservazione dei monumenti di Roma e provincia e delle provincie di Aquila e Chieti, 1903.
- "L'arte", Danesi Editore, Roma, 1903.
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